Si allunga l’elenco di chi non accetta la decisione di vedersi revocato il contributo di autonoma sistemazione
Aumentano ad Ascoli i ricorsi in Tribunale di famiglie ascolane che si sono viste revocare il contributo di autonoma sistemazione dal Comune perché secondo l’ente – e a seguito di controlli – non ne avrebbero avuto diritto. E adesso sono ormai una decina, sui 75 casi sospetti individuati dai preposti ufficili comunali, coloro che si sono rivolti alla magistratura per annullare la revoca di erogazione dei Cas da parte dell’ente e non essere costretti a risarcire incassate in precedenza. L’ultimo caso relativo ad un ricorso contro la decisione del Comune ascolano è arrivato in questi giorni all’Amministrazione ascolana che ha deciso, come negli altri casi, di opporsi in giudizio alle richieste del cittadino che ha scelto la carta bollata per rivendicare le proprie ragioni.
Nei giorni scorsi anche un’altra famiglia aveva presentato ricorso a fronte di un decreto ingiuntivo dell’ente comunale ascolano per andare a recuperare una somma incassata dalla stessa famiglia, a titolo di Cas, di oltre 17.000 euro. Si allunga, dunque, l’elenco di chi non accetta la decisione di vedersi revocato il contributo di autonoma sistemazione a seguito di una abitazione inagibile, Stando ai controlli dei vigili urbani, tra i 75 casi segnalati anche alla Procura e alla guardia di finanza ci sarebbe anche chi sarebbe rimasto a vivere nell’abitazione inagibile percependo contestualmente il contributo. Ma tra i cittadini sospettati ce ne sono, a questo punto, una decina che rivendicano il diritto all’erogazione del Cas.
In altri casi, invece, le famiglie chiamate dal Comune di Ascoli hanno deciso di riconoscere di aver sbagliato in buona fede restituendo le somme percepite.
