CALCIO – In un lungo intervento le due ex bandiere biancorosse salutano i tifosi: “Non abbandonate la squadra e andate allo stadio, conta solo la maglia”
di Claudio Comirato
Che Gianclaudio Lori e Salvatore Mastronunzio fossero nel cuore dei tifosi anconetani se ne è avuta conferma al ristorante U-Ban di Ancona, in località Baraccola dove è stato allestito lo scenario che ha fatto da sfondo alla diretta radio che ha visto oltre un centinaio di persone in sala. Tante le persone che hanno seguito l’evento, una diretta condotta dal giornalista Mauro Anconetani che ha cercato di ripercorrere le tappe che hanno portato alla mancata riconferma dei due giocatori, considerati delle vere e proprie bandiere per la tifoseria biancorossa. L’intervista non è stata un processo a qualcuno, ma solo una ricostruzione di come sono andate le cose. Un atto dovuto nei confronti di questi due giocatori a lungo applauditi in sala. Il primo a prendere la parola a più riprese è stato proprio Salvatore Mastronunzio, attaccante 39enne autore di ben 109 gol in carriera con la maglia dell’Ancona: “Che qualcosa era cambiato in società me ne ero accorto già da tempo, soprattutto dopo la partita con il Valdichienti. A metà giugno mi sono arrivate una serie di voci e allora ho chiesto un incontro con il presidente. Cosa questa che è avvenuta assieme a Robert Egidi e Andrea Marconi oltre che a Stefano Marconi. La proprietà mi ha detto che non c’era nulla nei miei riguardi e non hanno aggiunto altro circa il mio futuro. Siamo arrivati così a luglio e il direttore generale Matteo Bartoloni, nonostante avessi chiesto un nuovo incontro con Stefano Marconi, telefonicamente mi ha detto che era loro intenzione ritagliarmi un ruolo nel settore giovanile come uomo immagine per un periodo che va dai due ai cinque anni”. Un’offerta che la “vipera” ovviamente ha rispedito al mittente: “Se ti dico che ho ancora gamba e testa per scendere in campo per quale motivo mi chiedi di appendere le scarpette al chiodo e passare ad un settore giovanile che peraltro hai gia presentato con tanto di conferenza stampa? Io queste cose le avrei volute dire a Stefano Marconi non a Matteo Bartoloni. Quello che fa davvero male è il modo in cui sono stato trattato, stessa cosa per alcuni miei compagni di squadra. Sono mancati i valori umani e il rispetto della persona. Si è arrivati anche al punto di dire che qualcuno di noi avesse parlato con la Curva Nord per far mettere quei striscioni dedicati al sottoscritto e a Lori”. A tal riguardo è intervenuto nel suo ruolo da moderatore Mauro Anconetani che ha ricordato come la Curva Nord, da sempre vicina all’Ancona, mai si sarebbe prestata a questi giochetti avendo un proprio dna interno. Nonostante l’amarezza del momento, il Mastronunzio uomo ha rivolto un appello ai tifosi biancorossi: “Non abbandonate la squadra, andate allo stadio e fate l’abbonamento, perché quello che davvero conta è la maglia. Spero di trovare una squadra in Eccellenza che mi dia la possibilità di giocare. Se riuscirò a realizzare questo sogno ci ritroveremo come avversari e se dovessi segnare un gol all’Anconitana di certo non esulterei per il profondo rispetto che nutro per questi colori. Sono ritornato due anni fa per rilanciare l’Ancona nel calcio che conta, putroppo ho dovuto lasciare il lavoro a metà ma una cosa è certa, la città e la sua gente mi resteranno sempre nel cuore come il gol realizzato a Rimini che evitò la caduta in serie C. Questi ricordi e queste emozioni, niente e nessuno me li potrà mai togliere dal cuore e dalla mente”. Alla domanda se avesse accettato anche di giocarsi il posto in squadra, la “vipera” ancora una volta ha dimnostrato quanto ami questi colori: “Fare panchina non fa piacere a nessuno, inutile negarlo, ma per il bene dell’Anconitana l’avrei fatta così come avrei fatto di tutto per riconquistare un posto tra i titolari. Colombaretti durante la stagione appena conclusa diverse volte è andato in panchina, non ha mai perso il sorriso ed è sempre stato il primo ad incitare i compagni di squadra. La stessa cosa l’avrei fatta anche io, ma non mi è stata data la possibilità”. Amarezza anche nelle parole di Gianclaudio Lori, più di 150 presenze con la maglia dell’Ancona: “A metà marzo quando il presidente Marconi mi ha premiato per il traguardo raggiunto, non esitò a definirmi come un figlio che tutti i padri vorrebbero avere. Sono arrivato ad Ancona che ero un ragazzino, ho vinto il campionato di serie D con Marinelli e ho avuto modo di giocare in Lega Pro. Ancona è la mia seconda pelle. Nonostante ciò, il rapporto con la società si è chiuso in un bar di periferia alle 8 di sera dove il direttore generale Matteo Bartolini mi ha voluto incontrare la sera del 5 luglio. Un’amarezza senza limiti, dicendomi che la società aveva deciso di giocare con l’under tra i pali e che la decisione era stata presa da Ciampelli. Peccato che il tecnico sia stato presentato il 20 di giugno e al sottoscritto il ben servito è stato dato dopo due settimane. Mi aspettavo un trattamento diverso da chi ha dato tutto per la maglia. Ad Ancona sarei tornato anche in Terza categoria. Ringrazio i tifosi per quello che mi hanno dato in questi anni”. Una scelta quella di venire ad Ancona che lo stesso Lori, incalzato dalle domande dei giornalisti presenti in sala, non ha di certo rinnegato: “Quando sono tornato, per il sottoscritto è stato come ritornare a casa, Ancona calcistica, la sua gente e la tisoferia ti regalano delle emozioni difficili da trovare. Colgo l’occasione per salutare tutti, chissà forse un domani avremo modo di incontraci nuovamente”.

Sotto i riflettori Mauro Anconetani ha poi invitato Nicola Pucci, altro giocatore che l’Anconitana ha deciso di non riconfermare: “In un primo momento Matteo Bartoloni mi aveva detto che facevo parte del progetto e che sarei stato riconfermato. A distanza di un mese, dopo una serie di indiscrezioni che mi sono arrivate ho deciso di richiamarlo. Era imbarazzato, non sapeva cosa dire, poi ad un certo punto gli ho chiesto di essere sincero e di dirmi la verità. Solo in quel momento ho scoperto di essere stato messo alla porta. Non si trattano cosi le persone, occorre rispetto soprattutto per quanto concerne i valori umani”. Durante la serata non sono mancate alcune sfumature che hanno creato un certo imbarazzo in sala, a cominciare dai video che secondo la società il nuovo tecnico avrebbe dovuto vedere per scoprire pregi e difetti dei giocatori (Mastronunzio compreso) che hanno vinto il campionato di Promozione con la maglia dell’Anconitana, per poi decidere chi confermare e chi mandare a casa.
