Anconitana, il capolavoro di Stefano Marconi

CALCIO – La promozione in Eccellenza è il giusto premio per un patron capace di aver ricostruito entusiasmo nel capoluogo a dispetto della categoria disputata. Rinforzare il rapporto con la tifoseria e l’amministrazione comunale sono punti importanti. Adesso va subito progettato, e bene, il futuro tenendo anche conto di essere meno in prima linea al fine di evitare turbolenze

di Massimo Carboni

Un altro passo per uscire dall’inferno dell’anonimato. Ma come tutte le promozioni, qualunque sia il campionato, non è un piccolo passo. L’Anconitana lascia la Promozione e raggiunge l’Eccellenza. Lo fa dopo un campionato dominato, sempre, anche quando il margine sul Senigallia aveva dato spunti giornalistici per insinuare qualche brivido. Ma senza mettere paura. Lo fa con una formazione dove hanno spiccato le individualità, quella di Mastronunzio su tutte. Lo fa a suon di gol, spesso, ma non sempre, anche con un buon gioco. Adesso, fino alla prima partita della prossima stagione ci divertiremo con il calcio mercato e con il toto-allenatore e siccome le regole sono queste allora divertiamoci. Ma questa Anconitana ha raggiunto un’altra promozione, quella societaria. Il merito va a Stefano Marconi, imprenditore che ama la diversificazione, i grandi mercati, uno stile sobrio, i risultati, le parole chiare. Marconi ha guardato dentro la società e osservato fuori. All’interno ha scelto l’inserimento di persone dalle capacità a cui ha demandato l’autonomia di agire sulla scorta delle linee tracciate. Il suo clan è giovane quindi ambizioso e presuntuoso quanto basta. Hanno molta carne sul fuoco. In campo sportivo deve costruire una formazione che affronti la prossima stagione nelle primissime posizioni. Occorreranno giocatori non solo di categoria ma anche di quella superiore mantenendo almeno un gruppo di quelli già esistenti. Mix molto difficile che dovrà ruotare attorno a due/tre elementi di discreto carisma. E almeno altrettante posizioni saranno necessarie per completare staff dirigenziale e tecnico. Nessun suggerimento, per carità, a ciascuno il suo…mestiere. Solo opinioni. Fuori dalla società Stefano Marconi ha osservato la città e le sue diverse anime. Ha costruito, rinforzato e ideato nuovi rapporti che sembravano impossibili. Ha costruito il rapporto con l’Amministrazione comunale. I vecchi dissapori, le fratture, il menefreghismo di un tempo sono acqua passata. Il rapporto ora è di reciproco rispetto, di colloqui, d’intese. Bene. Ha rinforzato il rapporto con la tifoseria. Quella dell’Anconitana è straordinaria, lo hanno confermato le presenze in casa come in trasferta. Non solo: quella dorica è una tifoseria che troppe volte è stata delusa e ingannata. Eppure è ancora presente. I numeri, lo sanno tutti, aumentano direttamente ai risultati. E questi stanno arrivando. Molto bene. Ha ideato e pensato al futuro, quello che passa attraverso i giovani. Una strada lunga e difficile. Sicuramente non basta la novità del ripristino dello stadio Dorico. Un settore giovanile ha bisogno di più strutture, campi, di una presenza massiccia di allievi in città, interessando le scuole e collegarsi con l’hinterland. Il progetto sembra questo. Benissimo. Infine la presunzione di un consiglio. I presidenti delle società sportive, checchesenedica, debbono essere i primi tifosi. Ma previdenti e prudenti. Il presidente Marconi potrebbe fare un passo indietro: ha la struttura societaria per vagliare situazioni tecniche e operare le scelte ma è poco produttivo inserirsi in prima persona in valutazioni che possono “spaccare” l’ambiente e, magari, esautorare qualche responsabilità. Dallo scorso dicembre il presidente Marconi ha manifestato, in più di una occasione, il proprio dissenso sulla qualità del gioco biancorosso. Addirittura dopo la sconfitta con il Senigallia si è arrivati ad un “rimpasto” forse necessario ma condotto in modo sbagliato. Un presidente di una società di calcio è dentro la società stessa per quanto riesca a starne fuori. Ma tutto questo non toglie a Stefano Marconi i grandi meriti e i ringraziamenti di una intera città, non solo della tifoseria o di chi va allo stadio.

Alessandro Molinari
Author: Alessandro Molinari

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