I nomi dei caduti sono illeggibili e ricoperti dalla ruggine
Ci sono tanti modi per mettere da una parte la memoria storica di una città. Basta andare dalle parti del Pinocchio o al parco del Pincio, nei pressi della Cittadella per rendersi conto che il comune di Ancona dovrebbe fare qualcosa in più circa la manutenzione di alcune lapidi in marmo o in ferro che ricordano il sacrificio di tante persone che hanno dato la vita per l’Unità d’Italia.
Il riferimento non può che essere alla facciata esterna della vecchia scuola elementare del Pinocchio, in via della Madonnetta, tuttora utilizzata dagli studenti. E proprio in questa facciata nei pressi del portone che dà accesso al complesso scolastico che appare una lapide in marmo risalente al periodo fascista con tanto di fasci del Littorio posizionati ai due lati. Stemmi a parte, in questa lapide sono riportati i nomi di 32 soldati caduti durante la Prima Guerra Mondiale. Si tratta per lo più di giovani del Pinocchio e delle campagne limitrofe, contadini e braccianti costretti ad abbandonare le proprie moglie e fidanzate ma anche i genitori per andare a combattere una guerra che poco conoscevano almeno dalle nostre parti.
Contadini per lo più analfabeti morti in una terra lontana per l’Unità d’Italia, peccato che i loro nomi in questa lapide di marmo siano divenuti illeggibili proprio a causa di una mancata manutenzione di questa lapide in marmo esposta per decenni agli eventi atmosferici. Situazione identica al Monumento alla Libertà che si trova al parco del Pincio, non distante dalla Cittadella in via Circonvallazione.
Ai lati di questo monumento dedicato alla lotta per la liberazione dal nazifascismo vi sono una serie di pannelli in ferro che ricordano quei drammatici giorni del luglio del 1944 quando la città venne liberata dai tedeschi con l’ingresso delle truppe polacche. Una liberazione che fu preceduta da una lotta partigiana e da una serie di scontri nei pressi di Osimo e Filottrano, che diedero il via libera all’ingresso delle truppe polacche proprio ad Ancona.
Una decina di panelli che ricordano quella calda estate del 1944 e sopratutto i tanti caduti per liberare il capoluogo di regione. Pannelli che risultano avvolti dalla ruggine al punto tale che queste pagine di storia sono quasi che illeggibili per l’effetto cromatico che nasce tra le lettere applicate nel testo e gli stessi pannelli avvolti da uno strato di ruggine e scritte realizzate con dei pennarelli.
