Si tratta di due palazzi in via Veneto che affacciano sul giardino dello stabile che ospitava l’Ipsia, ormai in totale stato di abbandono
Tre anni fa in occasione di un incontro tra il sindaco di Ancona Valeria Mancinelli e un gruppo di residenti di via Veneto tenutosi alle scuole medie Leopardi erano state fatte alcune promesse proprio per risolvere dei problemi emersi nel quartiere. Tra questi il rifacimento del tetto del Palaveneto in amianto. Una questione che il sindaco si era presa a cuore al punto tale che dopo qualche mese eseguiti tutti i rilievi del caso, il Comune aveva avviato la procedura per il rifacimento della copertura. Un intervento particolarmente gradito dai residenti della zona. Tra i problemi emersi anche la questione legata allo stabile che un tempo ospitava l’Ipsia, ovvero l’istituto professionale per l’industria e l’artigianato, che anni addietro è stato chiuso per la nuova sede di Passo Varano. Lo stabile è finito nel degrado, ricettacolo di sbandati e senza fissa dimora che di fatto ha obbligato il comune a blindare porte e finestre. Uno stabile che a più riprese è finito invano nel piano delle alienazioni ma quello che ora preoccupa i residenti non è tanto il destino del complesso scolastico, a cui si sono rassegnati, ma il fatto che nonostante le promesse negli ultimi 3 anni solo una volta il Comune ha provveduto al taglio dell’erba nel giardino della scuola. Comune di Ancona che ricordiamo è proprietario dell’immobile. In poche parole, è nata una sorta di savana con tanto di alberi che hanno raggiunto delle altezze spropositate con alcuni di questi arbusti che risultano addirittura inclinati verso un condominio. Savana che è diventata il regno incontrastato di ratti, bisce e zanzare. A farne le spese i residenti di due palazzi le cui finestre si affacciano proprio in direzione del giardino della scuola in stato di totale abbandono. Finestre che di fatto non possono essere aperte soprattutto da quelle famiglie che abitano ai primi piani onde evitare di ritrovarsi in casa il regno animale che popola questo giardino. Nonostante le richieste e le segnalazioni fatte in comune, nessuno per il momento si è preso l’impegno di fare qualcosa per queste persone che di fatto sono obbligate a vivere serrate in casa.
