Alluvione Marche, prorogato lo stato di emergenza

Altri 12 mesi

Prorogato di altri 12 mesi lo stato di emergenza per l’alluvione che nel settembre 2022 ha colpito il territorio marchigiano con particolare riferimento alle valli del Misa e del Nevola, al comprensorio del Catria e del Cesano e Burano, in particolare nei Comuni di Acqualagna, Cagli, Cantiano, Frontone, Pergola, Serra Sant’Abbondio, Arcevia, Barbara, Corinaldo, Genga, Ostra, Ostra Vetere , Sassoferrato, Senigallia, Serra de’ Conti, Trecastelli, Castelleone di Suasa, nei territori delle province di Ancona e Pesaro e Urbino, e dei Comuni di Camerino, Montecassiano e Treia, in provincia di Macerata. Lo stato di emergenza è stato prorogato fino al 17 settembre 2025 “al fine di consentire la prosecuzione dell’azione commissariale nei limiti delle risorse disponibili a legislazione vigente stanziate per il superamento del predetto contesto emergenziale”, come si legge nel testo del decreto convertito in legge dalle Camere.

Un’azione fondamentale per proseguire nell’opera di ricostruzione e ripristino, nell’erogazione dei ristori e delle somme impiegate dagli enti locali per gli interventi sul territorio – così il presidente Acquaroli, commissario per l’alluvione 2022 – che dimostra anche in questa circostanza l’attenzione del Governo nazionale per il nostro territorio. Non possiamo dimenticare che, subito dopo l’insediamento, il Governo ha stanziato 400 milioni di euro che, insieme ai 25 milioni destinati dalla Regione e ai 20,9 milioni del fondi di solidarietà dell’Unione Europea, oggi ci stanno permettendo di procedere nelle opere di pulizia e manutenzione straordinaria dei fiumi e degli alvei, al rimborso degli interventi effettuati dagli enti locali, all’erogazione dei ristori a famiglie e imprese, alla ricostruzione di infrastrutture danneggiate e alla realizzazione di nuove opere per la mitigazione del rischio come vasche di espansione e casse di laminazione. Un grande lavoro che stiamo portando avanti insieme alla struttura del vicecommissario Babini e alle strutture regionali di Protezione civile e Genio Civile”.

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