Solidarietà per l’incidente che ha coinvolto una coppia di scooteristi
Esprime “solidarietà” e si dice “dispiaciuto” per la coppia di scooteristi che ieri sera ha avuto un incidente ad Ancona, in via del Castellano, a causa di un cinghiale (LEGGI QUI), il presidente del Parco del Conero, Luigi Conte, rendendo noto che l’ente “si è dotato di circa 90 tra selettori e trappolatori formati che operano sia con la carabina che con le trappole mobili” per contenere il problema.
“Nel 2008 – ricorda Conte – fu evidenziata la comparsa del cinghiale all’interno del territorio del Parco del Conero determinato da vari fattori e fin da subito fu messo in atto un piano di gestione che ne prevede l’abbattimento per ricomporre lo squilibrio ecologico data la mancanza di predatori diretti quali il lupo. Il piano di gestione pone in campo, oltre all’abbattimento, misure sia a tutela delle produzioni agricole, come le recinzioni elettrificate, che a tutela della cittadinanza, come la messa in opera di segnaletica stradale dedicata”.
I trappolatori sono attivi tutto l’anno e intervengono anche nelle aree periurbane dove “per motivi di sicurezza non è possibile l’uso dell’arma da fuoco – osserva sempre Conte – e utilizzano, in regola con la normativa sul benessere animale, lo storditore”. Nel 2009 il Parco ha censito una popolazione di 13 capi per chilometro quadrato. “Oggi censiamo circa 2 capi per chilometro quadrato – aggiunge il presidente del Parco – sperimentando anche forme di cattura innovative e di abbattimento non dolorose per l’animale”. Motivo per il quale Conte invita i mezzi a due ruote “a limitare la velocità in corrispondenza di zone con limitato campo visivo”.
La presenza dei cinghiali è attenzionato dal Parco del Conero, obiettivo è quello di “tendere all’eradicazione del cinghiale e solo insieme, congiuntamente alle istituzioni, potremo giungere a soluzioni efficaci senza andare a discapito della natura e dell’ambiente”, sottolinea Conte che ricorda di “porre la massima attenzione, soprattutto nelle ore notturne, nel percorrere le strade con i mezzi a due ruote che, inevitabilmente, offrono pochissima protezione in caso di impatto con un animale selvatico, limitare la velocità in corrispondenza di zone con limitato campo visivo, senza illuminazione e compresenza di segnaletica di attenzione al pericolo di attraversamento della fauna selvatica”. (ANSA)