Alla scoperta dell’antico mestiere del “Vetturino” con Giuseppe Travagliati

Le parole del Presidente dell’Associazione Cavallo del Catria

di Gioele Pincini

In un mondo sempre più tecnologico, il mestiere del vetturino resiste con forza, soprattutto tra le montagne del Monte Catria. Giuseppe Travagliati, presidente dell’Associazione Cavallo del Catria, ci racconta il ruolo del vetturino, una professione antica ma ancora viva grazie al legame indissolubile tra uomo e animale.

Giuseppe, ci può raccontare la storia del mestiere del vetturino nel contesto del Monte Catria?

Travagliati: Il mestiere del vetturino ha radici antichissime. In passato, i vetturini erano figure indispensabili per il trasporto di persone e merci attraverso le strade mulattiere impervie delle nostre montagne. Utilizzavano carri trainati da cavalli robusti e resistenti come il Cavallo del Catria, perfettamente adattati al nostro territorio. Questa professione ha attraversato i secoli, mantenendo vivo il legame con la nostra storia e tradizione.

Qual è il ruolo del vetturino oggi, in un’epoca dominata dalla tecnologia?

Travagliati: Oggi, il ruolo del vetturino è cambiato, ma non ha perso la sua importanza. Molti vetturini si dedicano al turismo, offrendo passeggiate e tour guidati che permettono ai visitatori di scoprire le bellezze del Monte Catria in modo sostenibile e autentico. Inoltre, i vetturini sono custodi delle tradizioni e delle tecniche di allevamento e addestramento del Cavallo del Catria e dei muli, tramandando queste conoscenze alle nuove generazioni.

Può spiegarci il legame speciale tra il vetturino e il Cavallo del Catria e mulo?

Travagliati: Il legame tra il vetturino e il Cavallo del Catria è davvero unico. Si basa su una profonda fiducia reciproca e su una comprensione intuitiva. I cavalli vengono addestrati sin da piccoli a rispondere ai comandi del vetturino, che a sua volta impara a conoscere e rispettare le esigenze e il carattere di ciascun animale. Questo rapporto simbiotico è fondamentale per garantire sicurezza e armonia durante il lavoro.

 Quali sono le principali sfide che un vetturino deve affrontare oggi?

Travagliati: Una delle sfide principali è mantenere viva la tradizione in un mondo che cambia rapidamente ed anche l’economia. È essenziale formare i giovani e trasmettere loro la passione per questo mestiere. Inoltre, la gestione sostenibile delle risorse naturali è cruciale per garantire un ambiente adatto sia per i cavalli che per le attività dei vetturini. Infine, dobbiamo affrontare le difficoltà economiche legate alla manutenzione dei carri e all’allevamento dei cavalli.

Quali iniziative e progetti ha in corso l’Associazione Cavallo del Catria per supportare i vetturini?

Travagliati: L’Associazione Cavallo del Catria è impegnata in vari progetti per supportare i vetturini. Organizziamo corsi di formazione e aggiornamento per i nuovi vetturini, eventi culturali e manifestazioni per promuovere il turismo e la conoscenza del nostro territorio. Inoltre, stiamo lavorando su programmi di collaborazione con altre associazioni per sviluppare percorsi turistici e didattici che mettano in risalto il ruolo del vetturino e del Cavallo del Catria.

Come può il pubblico sostenere e valorizzare il lavoro dei vetturini?

Travagliati: Il pubblico può sostenere il lavoro dei vetturini partecipando alle nostre attività e diffondendo la conoscenza di questa professione. È importante valorizzare le tradizioni locali e promuovere un turismo consapevole e rispettoso dell’ambiente. Ogni visita, ogni tour, ogni partecipazione agli eventi organizzati dall’Associazione Cavallo del Catria aiuta a mantenere vivo questo mestiere antico e a preservare il nostro patrimonio culturale e naturale.

Giuseppe Travagliati e l’Associazione Cavallo del Catria continuano a preservare un mestiere antico, mantenendo viva una tradizione che unisce uomo e cavallo in un legame profondo e indissolubile. Grazie al loro impegno, il ruolo del vetturino trova nuova linfa e continua a rappresentare un elemento fondamentale della cultura del Monte Catria.

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