In occasione del 77° anniversario della Repubblica Italiana il Prefetto Carlo De Rogatis, ha consegnato a ventisette insigniti, residenti nella provincia di Ascoli, il diploma di Cavaliere dell’Ordine “Al Merito della Repubblica Italiana” concesso dal Presidente della Repubblica e istituito allo scopo di “ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, della economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari”. Tra gli insigniti ci sono molti esponenti del mondo sanitario che si sono distinti, nel corso di questi ultimi anni, nel fronteggiare in prima linea l’epidemia da Covid-19. Tra di loro c’è anche il dottor Carlo Marinucci, primario del reparto di Radiologia del “Mazzoni” di Ascoli fino al 2022, anno in cui andò in pensione.
“Le sensazioni nel ricordo sono positive. E’ stato un periodo particolare quello del Covid, con situazioni impreviste. L’ abbiamo affrontata giorno per giorno, con condizioni che cambiavano giorno per giorno- spiega il dottor Marinucci – Inizialmente quel periodo venne superato abbastanza bene, con un’unità del gruppo che gestiva l’emergenza. Non me lo aspettavo questo riconoscimento che mi fa piacere, c’è qualcuno che lo meritava, ma il nostro gruppo lo meritava molto. Mi ricordo una riunione nel novembre 2020, un sabato sera di freddo e di buio, convocata d’urgenza dal dottor Milani all’epoca direttore di Area Vasta 5, ndr) perché la Regione decise di convertire l’ospedale di S. Benedetto come ospedale Covid. Fu una riunione drammatica con tutti i primari degli ospedali dove si dovevano decidere le operazioni da fare velocemente per allestire i reparti Covid al “Madonna del Soccorso” e spostare i reparti no Covid al “Mazzoni”: non tutti furono contenti di questo. In quel momento, da Pesaro, erano già partiti i pazienti Covid alla volta del Piceno: successe tutto molto in fretta, ma poi fu una decisione che ha funzionato- spiega Marinucci- L’emergenza ci permette di fare delle facilitazioni, ma poi la situazione andava affinata e sistemata, perché i pazienti no Covid erano comunque tanti. E’ stata una situazione che è durata tre anni, ma c’è un residuo di tutto questo perché la sanità deve ancora riprendersi del tutto da quel periodo” conclude il dottor Marinucci.