Abbazia di Sant’Urbano: un gioiello tra le colline marchigiane

Un fenomeno inspiegabile rende il complesso religioso magico

Immersa tra le colline marchigiane, l’Abbazia di Sant’Urbano è un luogo suggestivo che domina la Valle di San Clemente. Costruita inizialmente nel periodo romanico e completata in quello gotico, il complesso religioso è di origine benedettina ed è dedicata a Sant’Urbano, il santo patrono di Apiro (Macerata).

Lasciata da una parte la storicità del luogo, a rendere unico il posto è un mistero che da mille anni compare ogni anno, alla stessa ora. Il 25 maggio, giorno in cui si celebra il santo patrono, alle ore 7.41 un fascio di luce entra da un piccolo foro sopra all’abside superiore e colpisce direttamente un cerchio scolpito nel pilastro della navata laterale di sinistra dell’aula grande. Evento che si replica il 19 luglio.

Quello che colpisce non appena si scende le scale d’ingresso è la presenza di un muro trasversale che divide l’abbazia in due: lo spazio del presbiterio riservato ai sacerdoti e lo spazio prima delle tre arcate dedicato al resto dei religiosi. L’abbazia è divisa orizzontalmente invece in tre navate separate da pilastri quadrangolari i cui capitelli presentano decorazioni di caccia e di combattimento e conserva ancora nelle pareti alcuni affreschi risalenti al XIV secolo. Interessante è la cripta di tre navate dove è presente un secondo abside che riporta un’incisione riconducibile a un’indulgenza plenaria del 1140.

Oggi l’Abbazia è del Comune di Apiro che assieme all’impresa Loccioni si occupano della valorizzazione del luogo e dell’area naturalistica e agricola circostante. 

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