SERIE C – Capitan Giandonato dopo il ko della Fermana, i toni accesi post Pescara, la situazione ricomposta e ricostruzioni importanti sul caos stagionale
Prima un nervosismo che ha toccato vette elevatissime in campo e fuori, tutto abbastanza comprensibile a cavallo di una retrocessione dolorosa, poi la lucidità di presentarsi in conferenza tornando a parlare in toni pacati, lucidi. Domenica emotivamente intensa per Manuel Giandonato, capitano di una Fermana scesa in Serie D. A pochi minuti dalla fine, dopo il gol della bandiera (1-3) “Giando” istintivamente si era portato l’indice vicino al naso guardando gli spalti, quasi come per imitare Misuraca con l’Arezzo. Non bello, ma reazione durata una frazione di secondo: subito dopo ha afferrato lo stemma del club sul petto e lo ha mostrato ai tifosi, per dire loro che “La Fermana è vostra”. Gli animi si sono un po’ scaldati, sono volate parole grosse e al triplice fischio qualche contestatore ha richiamato Giandonato sotto al settore. “Togliti la maglia…”. Manuel non si è tirato indietro, lo ha fatto rimanendo a petto nudo davanti alla laterale.
Un’oretta dopo, al di fuori del Recchioni, è arrivato il chiarimento tra le parti. Prima, però, il passaggio di Giandonato in conferenza. “Cosa è accaduto? Qualcuno aveva insultato mia madre e il mio Abruzzo, possono dirmi tutto sul calciatore ma niente sul personale – ha puntualizzato Manuel -. Al termine ho preso gli insulti a testa alta, qualcuno mi ha chiesto di togliermi la maglia e l’ho fatto anche se l’ho sempre onorata dando tutto me stesso ed anche di più. L’altro giorno mi è stato chiesto perchè voglio così bene alla Fermana. Ho risposto: non lo so…”.
Accantonando disguidi, polemiche e chiarimenti, Giandonato ha avuto la forza di parlare di cose serie, analizzando passato, presente ed anche futuro. “Se qualcuno mi chiamasse e mi chiedesse di rimanere a Fermo anche in Serie D io non direi di no, mi auguro che questa società possa avere una continuità sportiva, per il pubblico che se lo merita. Spezzo una lancia a favore dei Simoni, hanno preso la società fidandosi di alcune persone che avevano promesso di dare una mano e questa mano non è arrivata. I nomi? Non c’è bisogno di farli, li avete fatti voi per tutto l’anno – ha aggiunto -. A luglio è stato fatto scappare l’unico con i soldi che poteva dare una mano (Maurizio Vecchiola, ndr), nel club sono entrate tante persone che hanno fatto il male della Fermana. C’è stata una confusione incredibile che ci siamo portati in campo. Qualcuno è scappato ma è retrocesso esattamente come tutti gli altri. Tutta la Fermana 2023-24 è retrocessa. La retrocessione è meritata, perchè se fai 31 punti… La caduta è figlia di tante cose. La squadra ha avuto orgoglio, attributi e dignità credendoci fino all’ultimo. Il rammarico? Aver finito con due squadre forti (zero punti con Juve Next Gen e Pescara, ndr)”.