ECCELLENZA – Il 2024 rossoazzurro inizia con una doppia sconfitta. Non basta il secondo cambio in panchina e il ritorno al “Colle Vaccaro”
C’è indubbia amarezza in casa Azzurra Colli. Il 2024 è nato così come è morto l’anno vecchio: a suon di sconfitte. La truppa rossoazzurra si ritrova neanche in doppia cifra dopo 17 giornate. Soltanto 7 punti e il nuovo anno è iniziato con la sconfitta a Monturano (unico successo dei lupi in stagione) e il k.o. interno contro la Jesina di domenica. Poco da fare, il terzo cambio in panchina non ha per ora portato frutto, così come il ritorno al “Colle Vaccaro“.
Tra le mura amiche e su un campo come noto che in inverno non è proprio un manto verde, il Colli è scivolato ancora. Nico Stallone, Peppino Amadio ed ora Alessio Morelli assaggiano l’amaro calice della sconfitta. Questa volta fa davvero male, per tanti motivi. Le proteste vibranti a gara in corso per un fallo di mano da parte di un difendente jesino ha lasciato schiumare la rabbia anche dopo il triplice fischio, quando gli animi si sono scaldati. Di fianco anche il fatto che la Jesina stessa non sia riuscita a creare granché: una punizione di Zandri nel primo tempo al lato di poco e lo stesso numero quattro che nella ripresa serve, sempre da un calcio da fermo, la corrente Lucarini che decide spizzando di testa. Ma soprattutto, il buio si manifesta chiudendo gli occhi, quando si pensa al terzo posto della passata stagione, la campagna acquisti che comunque avrebbe fatto pensare almeno ad una conferma in zone alte della classifica.
Invece, l’inferno. L’Azzurra Colli è la peggior squadra interna (2 punti in 8 partite) e solo la Sangiustese ha fatto peggio in trasferta (2 punti per gli uomini di Giandomenico, 5 per i piceni). Anche la prolificità offensiva non può certo essere brillante: sono solo 5 i gol fatti che, uniti agli infortuni di Filiaggi, l’addio di Zira e la mancanza di una vera prima punta, appaiono come un bottino davvero troppo magro. Contro la Jesina, come detto senza Filiaggi, nel tris offensivo sono andati Petrucci (sostituito dopo un quarto d’ora della ripresa), Fazzini (esterno a tutta faccia, infatti ha concluso la partita da terzino) e Gesuè che da trequartista di ruolo finiva ad essere la vera prima punta. Gli ingressi di Romanazzo e Del Marro non hanno portato frutto e quel Canestrelli mezzala con il numero 9 è ben indicativo dei problemi là davanti. Ora però non si può far altro che provarci. L’impresa sembra realmente impossibile. La salvezza diretta oggi dista ben 16 punti, rappresentati dall’argine della Maceratese. Sbagliamo, qui non si tratta di impresa ma solo di un vero e proprio miracolo.
