Leoncelli all’ottavo ko di fila, sette partite senza gol. Sarà playout? Gli uomini di Ruani, invece, hanno speranze playoff appese a un filo
Quello andato in scena domenica nel caldo pomeriggio dell’Helvia Recina tra Maceratese e Jesina è stato il derby tra due grandi piazze storiche del panorama calcistico marchigiano, ma grandi deluse di questo campionato perché se da una parte la Rata era partita a inizio stagione per vincere il campionato, dall’altra i leoncelli non erano partiti con i favori del pronostico e dopo un ottimo girone di andata sempre a ridosso delle zone nobili, nel girone di ritorno sono entrati in un vortice negativo da cui faticano a uscire. Nota di merito per le due encomiabili tifoserie che, sfottò reciproci a parte, hanno mostrato grande correttezza sugli spalti, incitando i propri beniamini incessantemente per tutti i novanta minuti, dimostrando di meritare altri palcoscenici.
Passando al campo ha vinto la Maceratese che, seppur trovando il goal in piena zona Cesarini, per quanto visto e creato nel primo tempo, ha ampiamente meritato il bottino pieno. Pieralvise Ruani ha schierato i suoi con il solito 4-3-3 oramai ben collaudato, riservando qualche sorpresa nell’undici iniziale. Bene la difesa che dopo tre goal subiti nelle ultime due gare, ha chiuso la gara con la porta inviolata, mostrando grande solidità e non concedendo praticamente quasi nulla alla Jesina. Qualche riflessione sul centrocampo invece, dove con Gomis inizialmente in panchina, ha visto Pagliari un po’ in calo, mentre Ruani, ancora non al top della condizione, alla seconda di fila da titolare, è apparso il lontano parente del brillante giocatore ammirato a inizio stagione. Bene invece Mancini che oltre a essere prezioso in fase difensiva, è sempre pungente anche in fase offensiva. Più brillante e incisivo anche il reparto offensivo che rispetto alla gara di Castelfidardo, ha visto un Minnozzi unico riferimento in gran spolvero e di lunga il più intraprendente e pericoloso dei suoi, supportato dall’evanescente Cirulli a sinistra e da D’Ercole a destra. Decisivi gli ingressi della panchina, soprattutto quello del grande ex della partita Perri che ha siglato il goal partita, ma anche di Di Ruocco, in crescita nelle ultime uscite. Seppur flebili e davvero difficili la matematica tiene ancora viva qualche speranza in chiave play-off anche se il destino non è nelle mani dei biancorossi che oltre a vincere le ultime due gare rimanenti in trasferta con l’Osimana e in casa con il Monturano, devono sperare in qualche passo falso delle formazioni davanti
Sull’altra sponda momento delicato in casa Jesina, all’ottava sconfitta consecutiva e alla settima gara senza trovare il goal che condannano i leoncelli a un finale di campionato di sofferenza, con lo spettro di disputare gli spareggi per mantenere la categoria che si fa sempre più concreto con l’unica possibilità di salvezza diretta rimasta che è quella di aumentare il distacco a dieci punti dalla penultima. Una strada non impossibile per la Jesina che in questo momento ha sette punti di vantaggio sul duo Colli-Montegiorgio ma molto dipenderá dalle ultime due gare con Urbania e Civitanovese e dai risultati dagli altri campi. Strappini, orfano dei fratelli Capomaggio e dei suoi due migliori realizzatori Cordella e capitan Trudo (10 reti in due sui 17 goal messi a segno dai biancorossi che detengono il penultimo attacco del torneo), schiera i suoi con un 4-4-2 dove davanti a Pistola ci sono Grillo a destra e Giovannini uno dei migliori a sinistra, con Lucarini e Baah Donkor centrali. I quattro di centrocampo vede gli ex Zandri e Belkaid a dettare i tempi in fase di costruzione e l’opaco Zagaglia e il vivace Chacana sulle fascie. Davanti il tandem offensivo Re e Kouentchi, mai pericolosi. La Jesina scende in campo con un atteggiamento troppo rinunciatario, badando più a difendere che ad attaccare, soprattutto nel primo tempo dove rischia di capitolare più volte. Più propositivo l’atteggiamento mostrato nel secondo tempo goal subito apparte i leoncelli sono stati più volitivi e pericolosi pur non creando grandi occasioni ed è da questo spirito che bisogna ripartire in vista del rush finale.