118, i numeri del 2022 ma mancano i medici

Le parole del primario Mario Giusti

Dieci potes dislocate tra Fabriano, Sassoferrato, Arcevia, Senigallia Filottrano, Jesi, due ad Ancona, Chiaravalle che si alterna con Falconara e Osimo che fa la stessa cosa con Loreto. E’ questa la forza sul territorio della centrale operativa del 118 nell’ambito della provincia di Ancona la cui sede si trova all’ospedale regionale di Torrette. Una centrale operativa che nel 2022 ha risposto a 73593 chiamate quasi 200 al giorno e che ha visto materializzarsi 53239 soccorsi circa 145 al giorno. I soccorsi a loro volta hanno movimentato 67893 missioni suddivise tra automediche, elisoccorso e mezzi di soccorso di base ovvero le ambulanze. Dei soccorsi fatti il 28% sono risultati essere codici rossi, 53 codici gialli mentre i codici verdi rappresentano 18%. Quello che resta circa 1% i servizi non effettuati tra cuii il mancato reperimento del chiamante magari per interventri in strada.

Una centrale operativa quella del 118 che dal 1 di gennaio con la chiusura dell’Asur è passata sotto il controllo dell’Ast ma in fin dei conti poco cambia ai fini organizzativi quello che invece dovrà fare la differenza a livello regionale è trovare il modo di far comunicare ed integrarsi tra di loro le centrali operative a livello regionale.

Angeli del soccorso, qualcuno li definisce, ma i problemi di certo non mancano come puntualizza il direttore della stessa centrale operativa del 118 il dottor Mario Giusti: “Causa fattore economico, il rischio di dover affrontare certe situazioni e sopratutto la mancanza di una carriera professionale comporta che sempre meno medici scelgono di salire sui mezzi del 118 e allora nascono le difficoltà già emerse nel periodo estivo per coprire i turni sopratutto ad Arcevia, Senigallia ma anche ad Ancona. Nel capoluogo di Regione in modo particolare nelle ore notturne ore può capitare che delle due automediche una diventa infermieristica.”

Scelte dolorose senza dubbio ben ponderate basti pensare che nelle ore notturne i tempi di ospedalizzazione si riducono notevolmente causa traffico. Una situazione che dalla scorsa estate si è ulteriormente complicata un aspetto questo che viene confermato dallo stesso direttore della centrale operativa del 118: “Alcuni camici bianchi hanno deciso di sfilarsi la tuta arancione del 118 per indossare il camice bianco, divisa inconfondibile del medico di base. Un problema questo che interessa numerose centrali operative ma al momento a mio modesto avviso non sussiste il rischio di ritrovarsi a coprire i turni con medici provenienti dalle cooperative come avviene in certi pronto soccorsi della zona. Resta il fatto che certe scelte spettano alla direzione sanitaria ma non dobbiamo dimenticare un aspetto importante, i medici per salire sui mezzi del 118 devono avere determinati requisiti”. Nonostante le difficoltà del momento qualcosa si muove e all’orizzonte la situazione potrebbe migliorare: “Nel bando della regione Marche – conclude lo stesso dottor Giusti – per la prima volta nell’ambito del 118 potranno essere assunti neo specialisti in rianimazione ed anestesia ma anche quelli in medicina di emergenza e urgenza. In poche parole questa potrebbe essere una bella occasione per rivalutare la figura del medico del 118, primo anello territoriale per quello che riguarda l’assistenza sanitaria”.

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